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TORO
DI METALLO -
Suite Cicloscritta dedicata a Fausto Coppi
(autore
del testo: Roberto Sironi)
LA
RUOTA
Fu
grande la scoperta!
Successe
tutte là nell’erba…
Nell’erba
verde del passato
tutto
tondo e variegato.
Fu
dopo una minestra?
Che
strana idea...un pò perversa…
Perversa
quanto può bastare
di
pensare di rotolare!
Tutta
la questione radunò una falla rara…
Tutta
intorno, in cerchio esatto!
Vecchia
tentazione! Così è la gente avara
d’ironia
quando incentra un matto!
Fu
grande la scoperta!
Successe
tutte a sera tarda
nell’ombra
incerta della notte
con
mezza luna da guardare.
Fu
sorte più maldestra?
Su
quella faccia un po’ stupita…
Stupita
quanto più meravigliare
gli
occhi vedendola girare!
Tutta
la questione sollevò la diffidenza
tutta
intorno, in cerchio esatto!
Sguardi
senza nome! Così è la folle al buio!
Armonia
prima di un misfatto!
E
vederla girare… girare… girare…
Fin
dentro i pensieri poteva far male!
E
vederla girare… girare… girare…
Svelava
segreti e strane parole!
Fu
grande la scoperta!
Successe
tutte là nell’erba…
Nell’erba
verde del passato
tutto
tondo e variegato.
Fu
subito una festa!
Che
strana idea…era rotonda…
Rotonda
quanto può bastare
per
vederla rotolare!
Tutta
la questione s’acquietò giù nella valle
Tutta
intera, in cerchio esatto!
Nuova
tentazione! Così la gente impara!
Che
ironia applaudire un matto!
E
vederla girare… girare… girare…
Davanti
a quelli occhi poteva far male!
E
vederla girare… girare… girare…
Prese
forma una ruota e si prese ad andare!
UN
MATTINO DEL NOVECENTO
Poi
vennero i maghi, i buffoni e gli inventori
ed
affollati secoli e nuovi viaggiatori
in
eterno movimento tra la meta e lo sgomento
da
orizzonte ad orizzonte, della terra al mare, al vento!
Poi
vennero guerre, tifoni e malattie
e
silenziose pause rotte dalle ferrovie
il
colore del carbone esalò un respiro in cielo
e
fu subito il grigiore, fumo di vapore, un velo!
Spuntò
così quell’alba strana
era
un mattino dell’ottocento
e
traspariva la filigrana
in
quel cielo di carta ombreggiato d’argento!
Spuntò
così quell’alba grigia
era
un mattino dell’ottocento
disfacendo
in fretta una valigia
in
un inferno di folla e di cemento!
E
poi ancora i maghi, i buffoni e gli inventori
nuovissimi
veicoli e nuovi viaggiatori
in
eterno movimento con la faccia e un documento
da
orizzonte ad orizzonte nel più comodo andamento!
E
poi ancora guerre, tifoni e malattie
e
rumorose gesta e barricate nelle vie
il
colore delle fame ridipinse gli occhi aperti
e
fu grande ribellione, un’orchestra per sconcerti!
Spuntò
così quel alba strana
era
un mattino del novecento
calze
di setta per una sottana
in
quel cielo di stoffe e di gran turbamento!
Spuntò
così quell’alba nuova
era
un mattino del novecento
sorpreso
al caldo di un’alcova
in
un inferno di baci e sentimento!
Spuntò
così quell’alba chiara
era
un mattino del novecento
dentro
al silenzio della pianura
in
quel cielo di strade , su quel gran pavimento!
Spuntò
così quell’alba strana
era
un mattino del novecento
sulle
due ruote e curve di schiena
un
uomo pedalava con l’aiuto del vento!
L’UOMO
IN BICICLETTA
Facile!
Tutto
era così facile
per
quei due piedi
da
rimanere sospesi
alla
quiete meraviglia
che
gli occhi imbriglia!
Semplice!
Tutto
era così semplice per quei due gomiti
da
far venire i brividi
anche
ad un’anima tranquilla
alla
più nobile scintilla!
Chilometri
e chilometri di asfalto
Chilometri
e chilometri di sudore!
Pneumatici
bollenti come il sole
invisibili
quei raggi e quel motore!
Tattile!
Tutto
era così tattile
per
quelle mani
da
far venire invidia!
Senza
un minimo rumore quelle briglie!
Giravano
le ruote e le caviglie!
Umile!
Tutto
era così umile
per
quei due occhi
da
rimanere stupiti!
Quelle
strade sembravano vaniglia…
Tutta
polvere in un battere di ciglia!
Chilometri
e chilometri di fame
Chilometri
e chilometri di catrame!
Gradini
di pedali per le gambe
senza
freni quelle danze…sarabande!
Chilometri
e chilometri …un migliaio?
Tessuti
tutti all’ombra di un telaio!
Chilometri
e chilometri di fretta
divorati
da un uomo in bicicletta!
TORO
DI METALLO
Amore…amore…amore…
deve
rimanere in sella
a
questo toro di metallo
aspettami
e fatti bella
sarà
per te l’ultimo ballo.
Amore…amore…amore…
ho
da parte mia una stella
e
questo toro è scatenato
aspettami
e fatti bella
sarà
che sono innamorato!
Qui
di fianco allo Scrivia imbevuto di curve
sto
disegnando il destino dell’acqua
sto
insegnando un miraggio , un traguardo
e
mi vien di pensare alla Francia!
Amore…amore…amore…
deve
rimanere in sella
a
questo ferro di cavallo
aspettami
e fatti bella
sarà
con te l’ultimo ballo!
Amore…amore…amore…
ho
da parte mia un’idea
e
questo ferro è una livrea
aspettami
e fatti bella
sarà
che tu sei la mia dea!
Questo
odore di fabbriche che mi lascio alle spalle
sta
penetrando nella mia pelle
sta
risvegliando un mio sogno in letargo:
arrivare
per primo ad ogni traguardo!
Amore…amore…amore…
deve
rimanere in sella
a
questi cerchi di lamiera
aspettami
e fatti bella
insieme
a te…l’ultimo ballo!
Amore…amore…amore…
ho
da parte mia una fede
e
un paradiso su due ruote
aspettami
e fatti bella
per
quella musica di note!
Tortona,
Alessandria, tutto vino e Piemonte
sta
profumando il mio naso aquilino
sta
inebriando il mio volto selvaggio!
Destino
comico arrivare per primo!
Questo
odore è già ligure quando passi per Novi
le
mie spalle ridicole sul Passo dei Giovi
solitarie
le curve, con il mondo in ritardo
arrivando
per primo a tagliare il traguardo!
Amore…amore…amore…
deve
rimanere in sella…
MIRACOLO
ITALIANO
E
intanto l’Italia cantava
di
una faccetta nera
un’Italia
in divisa moriva
in
quel sogno di terra straniera!
E
intanto l’Italia correva
in
mezzo a un tripudio di folla
un’Italia
di pane e salame
e
di rane fritte in padella!
Bartali,
Mealli, Guerra e Cinelli
sfilavano
davanti come veri colonnelli!
Olmo,
Cavanesi, Battesini e Girardengo
sudavano
fatica, sudavano nel fango!
E
intanto l’Italia tifava
sull’ultima
salita
un’Italia
divisa cantava
canzoni
di guerra e di vita!
E
intanto l’Italia applaudiva
ai
bordi di quella rincorsa
un’Italia
di sale e frittata
sdraiata
di fianco alla corsa!
Bartali,
Mealli, Guerra e Cinelli
sfilavano
davanti ad un’esercito d’ombrelli
Olmo,
Cavanesi, Battesini e Girardengo
sudavano
di pioggia distaccati di un momento!
E
intanto il tempo passava
la
polvere sopra l’impero
un’Italia
in divisa tornava
con
gli stracci e un vecchio pensiero:
un’Italia
che dimenticava
i
furori di tutta la guerra
un’Italia
seduta per terra
dalle
Alpi fin giù alla Sicilia!
Fu
un vere miracolo di Vespe e Lambrette!
Bartali,
Koblet ed io sulle vette!
Magni,
Bobet, Robic e Fornara
sudavano
di grida in quella gran cagnara!
E
intanto un’Italia tifava
sull’ultima
salita
un’Italia
mi desiderava
era
bello vederla impazzita!
Fu
un vere miracolo di occhi e di canti
Bartali,
Koblet …ma c’ero io davanti!
Magni,
Bobet, Robic e Fornara
sudavano
lacrime…ma era tutta per me la fanfara!
CAMERE D’ARIA
Fausto
Coppi!
Un campione di razza
di quella razza scomparsa
che ha scritto la storia
alla larga dei libri.
Un campione di corsa
sulle strade del mondo
affollate di gente
e di strani equilibri!
Camere d’aria sulle spalle
Camere d’aria nei polmoni
Camere d’aria quelle strade
Camere d’aria…
Un campione di stile,
un artista elegante
incollato al manubrio,
un ciclista al volante!
Un campione del gusto,
del sapere viaggiare,
malinconico Fausto,
sempre pronto a tirare!
Camere d’aria sulle spalle
Camere d’aria nei polmoni
Camere d’aria quelle strade
Camere d’aria…
Un goccio di sudore scelse il percorso più
facile
prima di rimbalzare su quel paesaggio
asfaltabile!
Una goccia di dolore cadde come fosse
indelebile
e non si può cancellare un nemico invisibile!
Un goccia di calore scelse il cuore del pedale
e veniva da lontano, da quell ’Africa
equatoriale,
un goccia di dolore cadde come dentro a un
temporale…
Poi smise di piovere e tutto si fece più
irreale!
Camere d’aria sulle spalle
Camere d’aria nei polmoni
Camere d’aria quelle strade
Camere d’aria…
LA
MAGLIA E' ROSA
Un
uomo solo in cima alla leggenda,
un
uomo solo sulla spunta delle lingue,
un
uomo solo sempre in fuga tra le maglie,
un
uomo solo…fisarmoniche e medaglie!
Con
quelle mani sulla punta delle dita,
con
quelle braccia sempre sporche di fatica,
con
quei capelli spinti al vento da un motore,
Un
uomo solo…nato per fare il corridore!
Dietro
un ricordo di collina
puoi
vederlo pedalare più di prima…
Tappe
di una vita e di battaglie
forti
quelle gambe…due tenaglie!
Nuovi
astri spuntavano all’orizzonte,
nuovi
eroi, nuove sfide furibonde
e
scintille e veloci sensazioni,
nuove
fughe tra le pieghe dei mattoni!
Un
uomo solo ma la maglia è sempre quella,
tutta
rosa di tramonto, la più bella..
un
uomo solo sempre in fuga, tra la gente,
un
uomo solo taciturno e sorridente!
Davanti
un futuro sempre opaco,
tappe
di una vita, ne passato…
Vissuta
in un attimo veloce,
come
un ragazzino al primo segno della croce!
Un
uomo solo…stessa maglia, stessa stella,
tutta
rosa di tramonto, la più bella…
Un
uomo solo sulle strade più deserte..
Un
uomo olo…tutto spettacolo e finestre!
Aperte
a un futuro, sempre quelle
tappe
di una vita, un carosello
vissuta
tutta quanta sui balconi
a
veder sfrecciare le colorate maglie dei campioni!
“Forza
Fausto”…vernice sulle strade
Anquetil
e le sue donne innamorate!
“Forza
Fausto”…arriverai in orario
Charly
Gaul..l’arrampicatore solitario!
Nuovi
astri spuntavano all’orizzonte,
nuovi
eroi e sudore sulla fronte
e
faville e discese coraggiose
avventure
nelle fughe più rabbiose!
GIULIA
Ne
è passata di neve sulla vetta del Pordoi,
ne
è passata di acqua sotto tutti quei penti
e
quanti giganti ho visto sconfitti nell’ombra
con
lughe ferite lasciate dagli anni.
Quanta
neve si è sciolta sulla vetta del Pordoi
da
quando l’amore ha deciso di restare tra di noi?
Giulia
cara, innocente peccato degli occhi,
restami
accanto con i pensieri…amami!
Giulia
mia…malinconico sguardo degli alberi,
abbracciami
e stringimi con i tuoi rami…riscaldami!
Anni
difficili per tutti quelli come noi
In
questa Italia bigotta, di pasta e di ragù…
E
quanti ripianti ho visto trafitti nell’ombra
con
le aperte ferite lasciate dagli anni.
Quanta
neve è caduta sulla vetta del Pordoi?
Da
quano le parole si son mese tra di noi?
Mia
cara Giulia, ti scrivo una lettera in corsa,
restami
accanto mia dolce dama…seguimi!
Giulia
mia…nostalgico sogno del vento,
avvolgimi
e pettinami i capelli…sospingimi!
Un
altro miraggio…
Un
altro traguardo!
Con
questo giornale a pelo di pancia
sto
pedalando sul pavè della Francia!
Anni
difficili per tutti quelli come noi
su
questa terra scotta di donne e champagne
e
quanti coriandoli ho visto danzare nell’aria
davanti
a miei occhi paesaggi e lussuria!
Quanta
neve è giacchiata sulla vetta del Pordoi?
Lassù
sulla cima si parla ancora di noi!
Giulia
cara, innocente peccato d’amore,
restami
accanto con quel bambino…amaci!
Giulia
mia…malinconico sguardo italiano…
abbracciami
e stringimi con le tue mani…riscaldami!
Un
altro miraggio…
Un
altro traguardo!
Con
questo giornale a pelo di pancia
sto
pedalando sul pavè della Francia!
Quanta
neve è caduta sulla vetta del Pordoi?
ANNI
SESSANTA
E
intanto l’Italia affollava le sue strade
luccicando
di lamiere e calze a rete!
Un’Italia
di lampioni e di case popolari
chiuse
in casa con i suoi televisori!
Brillantine
sui capelli,
fiochi
e trecce di bambine,
gonne
sopra le ginocchia
e
Domeniche cittadine!
Tutte
amido e camice
e
gesso bianco di lavagna
e
cologne per l’estate
e
Domenica in campagna!
Varietà!..
Pubblicità!
Narcisi
e passeggiate
su
quelle vecchie strade
che
han fatto anche sognar!
Novità!...Modernità!
Lavatrici
e gran lavate
e
panni stesi sulle strade
ad
aspettare di asciugar!
E
intanto l’Italia giocava al pallone
masticando
tavolette di cioccolato e torrone!
Un’Italia
di corriere e trattorie.
di
cucine caserecce e lotterie!
Tutto
pesce e odor di fritte
e
autostrade per viaggiare
Ferragosti
di calure
e
Domeniche sul mare!
Novità!...
Pubblicità!
E
canzoni per l’estate,
tutte
spiagge ed ombrelloni
per
ritornelli da cantare!
Varietà!..
Modernità!
Le
seicento lucidate
su
quelle vecchie strade
che
han fatte anche sognar!
TRAGUARDO
E
fu grande la notizia!
Successe
tutto in un baleno
di
bocca in bocca senza freno
in
un inverno di pigrizia!
Fu
dopo una minestra?
Che
strana idea…un pò perversa.
perversa
quante può bastare
di
pensar di rotolare!
Tutta
la questione radunò una folla rara,
tutta
intorno ad una bar!
Vecchia
commozione! Così è la gente, muta,
davanti
a quel ricordo, lì, seduta!
E
fu grande la notizia!
Successe
tutto in quel gennaio
di
fuochi e botti e piatti rotti
dopo
la festa…tutta sporcizia!
Fu
sorte più maldestra?
Su
quella faccia pallida e bianca,
bianca
quanto può meravigliare
gli
occhi, davanti a quell’altare!
Tutta
la questione sollevò lacrime e polvere
tutta
intorno, in cerchio esatto!
Sguardi
senza nome! Così è la folla, tutta!
Armonia,
tratto per tratto!
E
vederlo passare…passare…passare
fin
dentro ai pensieri poteva far male!
E
vederlo passare…passare…passare
svelava
segreti e vecchi ricordi!
E
fu grande la notizia!
Successe
tutto là nel freddo,
nel
freddo stanco di un inverno
e
grigie nuvole per tetto!
E
fu subito un’ applauso!
E
un grande coro: “Viva Fausto”!
Intonato
quanto può bastare
tutto
il cuore per cantare!
Tutta
la questione s’acquietò giù nella valle
nelle
lacrime e nella terra!
Nuova
tentazione! Così la gente impara!
Che
follia quel silenzio, quella bara!
E
vederlo passare…passare…passare
fin
dentro ai pensieri poteva far male!
E
vederlo passare…passare…passare
prese
forma un traguardo, l’ultimo..
da dovere tagliare!