Einstein: un genio su due ruote

A vederla così, in quella celebre fotografia, la bicicletta di Einstein sembra una bicicletta qualunque : è possibile? Io credo di no perchè sono convinto che persino gli oggetti si debbano considerare organismi  "viventi". Dunque quando sei la bicicletta di un genio non puoi più essere qualcosa di qualunque, ma qualcuno con qualcosa di speciale!
Einstein, all'età di cinque anni, vide per la prima volta una bussola ed intuì  che qualcosa nello spazio "vuoto" agiva sull'ago spostandolo in direzione del nord! Anni dopo racconterà di questa esperienza come una delle più significative, sorprendenti e sbalorditive della sua vita. Affetto da dislessia in giovane età, per sua stessa ammissione, attribuì lo sviluppo e la creazione delle teorie della relatività a questa difficoltà che, se da una parte, inesorabilmente rallentava il suo processo di apprendimento, dall'altra, pensando allo spazio e al tempo più tardi della maggior parte dei bambini, fu in grado di applicarvi uno sviluppo intellettuale maggiore!
A vederlo così, in quella vecchia fotografia, sembrerebbe qualcuno, come tanti altri, che si diverte ad andare in bicicletta, sorridente e questo è sicuramente vero, ma io credo inoltre, anche se non potrò mai produrre prove che attestino questa mia convinzione, che Einstein su quella bicicletta e non solo in quel momento dove è stata scattata quella fotografia, abbia avuto buona parte delle sue incommensurabili intuizioni! Certo, questa mia visione "ciclofantasiosa" del personaggio genio/scienziato è senza dubbio un' opinione audace, ardita e temeraria, ma non del tutto impertinente se esposta in modo convincente e "raisonable".
In sella ad una bicicletta si impara a pensare e soprattutto si  apprende e ci si impossessa di un altro modo di intendere il  pensiero, come se pensare non fosse più solo l' esercizio di uno sviluppo di un processo mentale, ma il suo proprio contrario e cioè un processo mentale scevro da ogni ingombro che fa posto ad un altro sviluppo che si estende in un ritrovato esercizio meditativo, dando accesso a sconosciute capacità di intuizione!
In sella ad una bicicletta l'agire ed il riflettere si fondono, unendosi in un sistema rotatorio che si evolve e progredisce ad ogni colpo di pedale. In quell'esilarante processo fisico è fortemente probabile, per me assolutamente certo, che la mente si liberi di tutte quelle "tossine di cattivi pensieri" per poter finalmente far fluidificare una nuova energia, un inaspettato pensiero in completa libertà che attraverso l'umile fatica sostenuta dalle gambe si espande e si ramifica in ogni parte del nostro corpo, sino a trasformare quello che ci circonda in una nuova visione del tutto con un senso di stupefacente nobiltà!
A vederla così quella fotografia sembrerebbe solo una fotografia che ritrae un simpatico signore indaffarato e preso da una spassosa pedalata...Certo sarebbe così se quell'uomo non fosse Einstein e quella la sua bicicletta! Genio e genialità uniti dalla stessa straordinaria unicità in una delle più imprevedibili e rivelatorie commedie umane! Tutto è relativo, tranne  questa loro grande interpretazione del mondo fisico, che noi quotidianamente chiamiamo: vita!

 
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