La bicicletta di Pinocchio

Un testimone segreto dice di avere trovato la prova che Pinocchio avesse avuto una bicicletta! Ne è certo a tal punto che metterebbe la mano sul fuoco, se solo trovasse un fuoco! Malauguratamente noi non possiamo esserne certi, ma lui, il testimone, giura che mastr'Antonio, detto mastro Ciliegia, non diede mai un pezzo di legno a Geppetto per potersi costruire un burattino, ma un burattino che sapesse inventarsi Geppetto, il papà più famoso del mondo! E lo giura sulla cosa a lui più cara: il ricordo di sua madre! Purtroppo sua madre, ovvero la donna di quel ricordo, non ricorda nulla, nemmeno di avere avuto un figlio!
Insomma, per far della brevità una virtù, il testimone misterioso afferma sulla sua parola, che qualunque essa sia non ci è dato conoscerla, che un certo Collodi, un toscanaccio con la mania della scrittura, altri non sarebbe che un vecchio meccanico di biciclette stufo  del solito tran- tran, che per passare il tempo, tra una pedalata e l'altra, immaginò una delle più belle storie che abbiano mai frequentato la letteratura e, ironia della sorte, la scrisse accoccolato sulla sua vecchia e lucida bicicletta!
Il nostro testimone afferma inoltre di avere visto Collodi Carlo nell'atto di apprendere a Pinocchio ad andare in bicicletta e siccome il burattino in questione era tutto tranne che un burattino, in un lampo di sfrenata giovinezza  e di giocosa passione, inforcò la bicicletta e scomparve nella sua prima avventura, eclissandosi dentro il Gran teatro dei burattini, con tanto di burattinaio, un certo Mangiafuoco!
Inutile dire che il resto della storia è la più grande apoteosi della celebrità!
Ma noi che siamo attenti ed assidui ricercatori di inedite storielle restiamo sul pezzo e come si conviene ai grandi sognatori, sognamo!
Nel frattempo il nostro enigmatico testimone giura sul suo onore di avere visto Pinocchio scendere da quella bicicletta ed intrattenersi in filosofeggianti filosofie con un grillo parlante il quale, giura anch'esso di non essere mai stato colpito da un colpo di martello datogli dallo stesso Pinocchio, ma bensì essere stato schiacciato dalla ruota posteriore della bicicletta che con volontà e precisione Pinocchio fece rullare sulla testa del grillo, che come potete ben immaginare  ci restò schiacciato!
Ma noi non siamo qui per giudicare i fatti ma per sfatarli! E dunque il nostro sfuggente ed ambiguo testimone conclude la sua deposizione giurando  senza equivoco alcuno, come se il dubbio fosse solo un'allegoria della certezza, che il nostro burattino non incontrò mai il gatto e la volpe ma solo due mariuoli in bicicletta con la sola intenzione di rubare una bicicletta, quella di Pinocchio, che però con uno scatto felino e da grande sprinter lasciò i due sulla strada come improvvisati dilettanti, dileguandosi nel campo dei miracoli per poi scomparire per sempre nel paese dei balocchi!
Noi che siamo solo fedelissimi lettori  non possiamo che prendere le cose come sono e consumare le storie come vengono...Per onor di causa e diritto di cronaca terminiamo dicendo che pur essendo il testimone, un testimone degno della nostra attenzione, non possiamo esimerci dal riconoscere che ogni favola ha una sua verità ed ogni verità è figlia di una favola, quindi, lasciamo il nostro testimone ad altre cause perse e perdiamoci anche noi, fosse solo per un momento, in quel meraviglioso mondo che il nostro Collodi, forse, tra una pedalata e l'altra ci ha lasciato!
Dire una bugia non sempre ti allunga il naso, alcune volte allunga anche la vita!

Opera di Roberto Sironi - acrilico su cartoncino


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