La Divina Bicicletta

Chissà se in quelle terzine incatenate e scatenate tra di loro Dante ci avesse messo anche sudore, fatica e muscoli? Potrebbe essere che nelle pieghe di quei versi endecasillabi, il poeta avesse più volte maledetto e moccolato, nella sua volgare lingua fiorentina, le salite senza fiato e le discese furibonde tra un inferno, un paradiso e un purgatorio!
Canti e contro canti, fughe e contro fughe tra i tre regni più gettonati di tutta l'umanità!
Da un gran Premio di montagna all'arrivo più infuocato, forse il massimo poeta nel mezzo del cammin della sua vita, avrebbe evitato qualsiasi selva oscura e preferito una bella e salutare passeggiata su una divina bicicletta, sulla strada più diritta e non quella smarrita!
Una strada senza buche né lussurie, senza superbie e avidità e perché no, all'ombra della vita, preferendo a tutto ciò un'escursione da turismo solidale, una gita fuori porta, un giro tra campagne ed uliveti,  piuttosto che un sole inferocito di un'oltretomba medievale!
Fantasticare non è reato perchè la fantasia è solo una quisquilia nel grande giudizio universale e chi asserisce di avere messo mano al segreto più nascosto e cioè cosa si cela tra un poeta e la sua poesia, ebbene è un mentitore senza macchia, un furfante di biblioteca, un furbastro fanfarone che non sa niente di salite senza fiato e di discese furibonde tra un inferno, un paradiso e un purgatorio: costui è solo un ladro di capolavori!


Opera di Roberto Sironi - acrilico su cartoncino

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